37C: Inter-Milan 4-2

E adesso, dopo uno dei derby più goderecci degli ultimi anni, mi viene da pensare che questa nostra Inter sia proprio una bella canaglia! Già, perché dopo una stagione così mediocre, guarda che meraviglioso derby ti hanno regalato lor signori proprio sul filo di lana del campionato. Il 4-2 al Milan è un risultato di proporzioni storiche, considerando le forze in campo, con Ibrahimovic che solo al Milan poteva perdere il suo primo scudetto nella sua ‘nazionalissima’ carriera. E che dire dell’inverecondo arbitraggio del signor Rizzoli di Milanello, pardon di Bologna? Non una decisione che non fosse a favore dei rossoneri, che per mesi hanno cialtronato circa una storica festa scudetto da celebrare proprio in San Siro nerazzurro: l’ennesima opera di fantasia, confezionata da una propaganda di regime in una saga comica che va dalla quanto mai discutibile affermazione di ‘club più titolato al mondo’, quando, anche badando solo ai titoli arbitrariamente scelti, il Boca Junior d’Argentina ne ha vinti in egual numero. Per non parlare degli strombazzatissimi colpi di (fanta)mercato da Džeko a Schweinsteiger, da Kakà a Ganso, da Balotelli a Hamsik, da Fabregas a Tevez, per poi ripiegare su Muntari. E sarà un caso, ma da quando il raffinato ghanese ha saltato il Naviglio, il Milan ha perso tutto, mentre lui è assurto a fama eterna soprattutto per l’ormai stantia recriminazione sul gol non visto in Milan-Juventus, che alla fine è stato solo un po’ più grave di quello di Cambiasso non visto da Rizzoli proprio nel derby. Certamente la Juventus, che questo titolo l’ha meritato arrivando in fondo imbattuta e col gioco migliore, non aveva bisogno dell’Inter per vincere lo scudetto, ma è grazie all’Inter se il suo vantaggio sui rossoneri è salito a +4, ricacciando in gola agli sconfitti, oltre alle urla-scudetto anche quelle di protesta sull’incredibile svista del guardalinee Romagnoli nel confronto diretto. Ora, anche immaginando di assegnare quel gol ai rossoneri, il Milan lo scudetto non lavrebbe vinto comunque per il gol dell’ex bianconero Amauri in Milan-Fiorentina 1-2, la gara che ha davvero cambiato la storia del campionato. Ma torniamo a noi, a quelli che hanno vinto due derby su tre, malgrado la girandola degli allenatori: l’unico perso in stagione è quello estivo con in panchina Gasperini, un altro che farebbe bene a trovarsi una squadra disposta a puntare su di lui, invece di sfogarsi ad ogni intervista sul suo brevissimo, grazie al cielo, excursus all’Inter: numeri alla mano, Gasperini in nerazzurro è stato quello che nella musica sono gli Zero Assoluto. Onore invece al sagace Ranieri, che il suo unico derby l’ha vinto con le armi tattiche che poteva schierare in quel momento e onore a Stramaccioni che il suo derby, al momento altrettanto unico, lo ha stravinto! D’altronde, per uno il cui cognome comincia con ‘stra’ il rischio di esagerare è naturale, nel bene o nel male. Ora quasi tutti lo vorrebbero inchiodare sulla panchina dell’Inter, mentre tre giorni fa a Parma quasi tutti lo volevano tutti salutare: ci sarà tempo per discuterne fino alla noia, fermo restando che se non si rinforza adeguatamente la squadra, anche l’anno prossimo sarò qui a scrivere grandi imprese isolate, senza però il conforto della continuità di risultati che serve per tornare a vincere lo scudetto. Ma ora è tempo di celebrare il secondo derby vinto in campionato, il derby 279 che certamente non servirà per arrivare in zona Champions, ma questa è una storia che attiene alla mediocrità della stagione, non alla goduria di questa stracittadina.
Prima della gara, splendida la coreografia della Curva Nord (nella foto in alto) con la scritta in dialetto meneghino ‘Ti te dòminet Milan’ e l’immagine della nostra Madonnina che svetta sul Duomo anche perché, come sapete, la stragrande maggioranza dei milanesi interisti abita in centro. Per trovare la prima bandiera rossonera su un balcone, bisogna sempre oltrepassare la circonvallazione percorsa dalla filovia 90/91. Sto celiando, naturalmente, mica che qualche cugino (di campagna) si offenda davvero!
Intanto per Cordoba è stata l’ultima gara a San Siro e per i suoi 13 anni in nerazzurro ha ricevuto una targa celebrativa dal Presidente Moratti, dopo che tutti i suoi compagni di squadra si erano scaldati indossando la maglia numero 2.
Il Milan si è fatto subito vedere in avvio con una conclusione sottoporta di Ibrahimovic, terminata per fortuna in via Novara. Prima del quarto d’ora però i nerazzurri sono passati in vantaggio grazie ad una punizione di Sneijder, sulla quale Samuel ha fatto da torre per Milito, che da due passi ha fulminato Abbiati. L’Inter ha preso allora coraggio, mentre il Milan si è afflosciato, forse anche per la notizia sul tabellone luminoso del vantaggio della Juventus sul Cagliari a Trieste, firmato da Vucinic.
Subito dopo l’Inter ha trovato ancora la via del gol con Lucio, lesto a raccogliere una punizione-bomba di Sneijder, ma da posizione di fuorigioco. E alla mezz’ora, su calcio d’angolo, ecco la nemesi del gol di Muntari, perché il pallone girato dalla pelata di Cambiasso è finito interamente oltre la linea di porta con Abbiati che l’ha respinto troppo tardi, ma Rizzoli non se n’è accorto. Poco dopo anche Sneijder è andato vicino al gol calciando a lato da posizione defilata, con Abbiati che si è infortunato e ha dovuto lasciare il posto ad Amelia. Sull’altro fronte intanto Julio Cesar, alla sua 300.a partita in nerazzurro, sbarrava la strada ad Ibrahimovic. A ridosso dell’intervallo è andato in scena lo show a senso tutto rossonero dell’arbitro Rizzoli, che ha concesso un rigore fasullo a Boateng tuffatosi platealmente dopo che Julio Cesar gli aveva tolto il pallone dai piedi con un’uscita bassa. Da cineteca il botta e risposta tra Julio Cesar e Ibrahimovic, ex compagni di squadra, con il nostro che gli ha fatto la linguaccia e l’altro che ha pareggiato dal dischetto.
Manco il tempo di tornare in tensione per la ripresa che il Milan è passato in vantaggio con una bella azione propiziata dal velo di Robinho e conclusa in rete da Ibrahimovic, passato in slalom tra Maicon e Lucio. Un attimo dopo Sneijder dalla trequarti si è inventato una palombella che avrebbe fatto venir giù San Siro, se Amelia non ci avesse messo una mano. E Rizzoli, tanto per non smentirsi, ha avuto pure il coraggio di ignorare bellamente un evidentissimo fallo da rigore in area rossonera su Samuel, chiuso a sandwich da Nesta che da una parte lo ha tirato per la maglia e da Muntari che dall’altra lo ha falciato. Nell’azione successiva l’incorreggibile Rizzoli non ha però proprio potuto esimersi dal fischiare il rigore all’Inter per un’ingenua trattenuta di Abate su Milito: già, perché sono dolori per il difensore rossonero ogni volta che incontra il Principe nel derby. Dal dischetto Milito ha ristabilito il pareggio. Dopo qualche affondo da una parte e dall’altra, con Muntari protagonista dell’ultimo pericolo rossonero prima di lasciare il posto a Cassano, Stramaccioni ha inserito forze fresche con Obi al posto di Guarin e Pazzini in luogo di Alvarez e proprio il Pazzo ad un quarto d’ora dalla fine ha girato di testa sul braccio largo di Nesta, obbligando Rizzoli a decretare un altro rigore, trasformato dal solito Milito, al suo 8° centro al Milan da quando è in Italia e al suo 23° gol in campionato: incredibile la stagione del Principe che fino a gennaio era piantato a 5 gol e nel 2012 ne ha messi a segno addirittura 21, Champions League compresa.
Da lì il Milan si è sgonfiato come un pallone rischiando più volte il tracollo, sancito dallo straordinario missile terra-aria di Maicon che ha letteralmente messo in ginocchio Amelia. Poco prima del poker, San Siro nerazzurro si era lanciato in altre due ovazioni: la prima per l’ingresso in campo di Ivan Ramiro Cordoba al posto di Sneijder per il congedo dal pubblico interista e la seconda, da brividi, per un coast to coast di 70 metri del 38enne Capitan Zanetti, al suo 38° derby consecutivo, nella serata in cui ha eguagliato Beppe Bergomi con 42 stracittadine giocate.
Insomma un derby epico in una serata di grazia: Lucio e Samuel in coppia si sono confermati coppia difensiva imbattibile nelle stracittadine, visto che insieme ne hanno giocati quattro senza mai una sconfitta. Questo successo non servirà per il terzo posto, ma vuoi mettere il piacere di rifilare quattro pere a chi per mesi si è lanciato senza paracadute nella previsione di una festa-scudetto rossonera in casa dell’Inter? Vincere il derby insomma è sempre una gioia, anche in una stagione del cavolo. Per tutto il resto avremo modo di parlarne di qui all’eternità, mentre la Juventus sta giustamente festeggiando uno scudetto meritatissimo. Non solo è stata la squadra migliore, ma anche la dimostrazione pratica per le vedove della ‘cupola’ che se si fanno le cose per bene, dal mercato al campo, si vince comunque e nessuno sportivo potrà mai azzardarsi a mettere in discussione questo 28° scudetto bianconero. Poi, le anime dannate di Calciopoli potranno pure raccontarsi tra loro che gli scudetti sono 30, ma sono chiacchiere senza neppure distintivo, per parafrasare Gli Intoccabili, dove per distintivo s’intende l’Albo d’Oro, ovvero la Legge del calcio, laddove non c’è spazio per le opinioni, ma solo per i fatti e, in un paio di annate, per le sentenze definitive della Giustizia Sportiva. Poi se qualcuno anelasse davvero ad una terza stella sulla maglia bianconera, sarà una buona occasione per coprirsi di ridicolo e a questo proposito, voglio dare anch’io il mio contributo e mostrarvi in anteprima assoluta, grazie all’utente del sito Rudi Tanzi che ringrazio, un bozzetto di terza stella sarebbe davvero incontestabile e che pubblico qui a lato. E sempre in rete girano curiose ipotesi tipo quella qui sotto, su come far passare il messaggio ‘terza stella’ . Scherzi a parte, sono proprio curioso di vedere quel che accadrà, con qualcun altro che poi potrebbe presentarsi con una maglia altrettanto farlocca, magari con quattro stelle e pure il cubo di Rubik! Se la volete, i cinesi ve la confezionano in poche ore!
E se volete gustarvi le esultanze di questo grande derby in Qui Studio a Voi Stadio correte alla sezione StadioStudio.