Argentina: River e Boca, ritorno al (glorioso) futuro
di Andrea Ciprandi da http://andreaciprandi.wordpress.com/
Il calcio argentino, che da lungo tempo langue nella semioscurità per via delle tantissime cessioni di talenti e limitate possibilità di investimento, finalmente tornerà a brillare. O almeno questo si può ipotizzare visti i due ritorni di fiamma sulle panchine di River e Boca, i suoi club più rappresentativi e gloriosi.
Al River, con una decisione repentina in assoluta controtendenza rispetto a quanto ci si era rassegnati a sopportare durante la presidenza Passarella fin qui, è stato richiamato Ramon Diaz. Questa mossa, che va interpretata senza alcun dubbio come il tentativo estremo dell’attuale e contestatissimo numero uno ‘millonario’ di riguadagnare credito in vista delle prossime elezioni, comporta il rientro alla base dell’allenatore più vincente e amato della Banda. E le doti di mediazione dello stesso Pelado, da sempre tanto deciso quanto diplomatico, fanno credere che la convivenza con un altro personaggio fortissimo quale è Passarella sarà duratura e proficua.
Ramon Diaz ha già allenato il River fra il 1995 e il 1999 e poi ancora nel 2001-02, anni durante i quali seppe conquistare la bellezza di 5 campionati, una Libertadores e una Supercopa Sudamericana. Certo, le squadre dei tempi sono state composte fra gli altri da campioni quali Francescoli, Salas, Sorin, Almeyda, Astrada, Crespo, Aimar, Saviola, Ortega e Gallardo, e poi D’Alessandro, Cavaneghi e Cambiasso. Si potrebbe quindi pensare che con certi campioni chiunque avrebbe ottenuto tanto, ma la realtà è che la sua personalissima conduzione tecnico-manageriale fu determinante; e lo fu a partire dall’aspetto mentale, elemento che da sempre costituisce un tassello indispensabile nella creazione di un gruppo vincente o, come in questo caso, quasi leggendario.
Prova della solidità di quel River (e della ragionevole sua definizione di ‘leggandario’) è data innanzitutto dai numeri ossia i trionfi del biennio ’96-’97, quando oltre alla Libertadores e alla Supercopa inanellò anche il famoso Tricampeonato. Nella storia della prima divisione argentina, infatti, prima di allora tre titoli di fila erano stati vinti solo altre tre volte: dal Racing fra il ’49 e il ’51 e sempre dal River fra il ’55 e il ’57 e nel ’79-’80 (quando fra i giocatori figurava proprio Ramon Diaz) senza che nemmeno negli ultimi 15 anni alcuna squadra sia poi riuscita nella stessa impresa.
Ora, il ritorno di Diaz sulla panchina ‘millonaria’ sta avendo anche dei risvolti pratici molto importanti. Se dal punto di vista emotivo hanno riempito d’orgoglio le sue dichiarazioni circa l’intenzione di tornare a vincere subito e di dare più fastidio possibile al Boca, qualcosa di cui gli ultimi allenatori non avevano mai parlato troppo, è certo che il carisma (e le stesse sue intenzioni oltre alla comprovata esperienza) stanno facendo sì che tanti campioni che di recente avevano snobbato il River adesso invece desiderino farne parte.
Un po’ lo stesso sta accadendo anche in casa Boca. In un ambiente scosso dall’allontanamento di Riquelme e orfano già da un po’ di Palermo, con una squadra senza troppi campioni eccezion fatta per giovani di belle speranze, ecco che il ritorno in panchina di Carlos Bianchi potrebbe cambiare tutto d’un botto – come i dirigenti devono aver ritenuto indispensabile ora che i rivali ‘millonarios’ hanno ritrovato un conduttore d’eccezione.
Quel che Ramon Diaz è per il River, infatti, benché limitandosi alla carriera da allenatore è Bianchi per il Boca. Con lui alla guida, gli Xeneizes hanno vissuto il periodo più glorioso della loro intera storia: fra il ’98 e il 2001 prima e il 2003 e 2004 poi, infatti, hanno conquistato addirittura 4 campionati, 3 Libertadores e 2 Intercontinentali, impresa mai riuscita con nessun altro tecnico.
Anche nel suo caso, determinante è stata la presenza di campioni. Riquelme, Palermo, Guillermo Barros Schelotto, Abbondanzieri, Battaglia e Tevez sono stati lo zoccolo duro di una squadra epica che dopo il suo addio è andata spegnendosi pian piano fino al sostanziale anonimato odierno nonostante la finale di Libertadores persa pochi mesi fa, con la sola eccezione dell’ottimo ciclo di Basile (a cui si ascrive il notevolissimo record di aver vinto tutte le competizioni a cui partecipò fra il 2005 e il 2006).
Venendo agli effetti che può produrre il ritorno del Virrey, il più clamoroso è quello del possibile rientro alla base di Riquelme, a cui l’allenatore tiene tantissimo in vista della partecipazione alla Libertadores 2013. Finalmente, quindi, si capirà se il suo allontanamento dal club fosse dipeso da un diktat di Angelici, il presidente, oppure invece da una presa di posizione dello stesso giocatore; idem si dica per i tentativi sempre frustrati di riunirsi negli ultimi tempi. In più, altro nome illustre che circola è quello di Fernando Gago, che del Boca fece le fortune nel periodo immediatamente successivo al ciclo di Bianchi – e se è ai grandi nomi che si bada di certo il suo e quello di Roman sono gli ideali per rimpiazzare, dal punto di vista sentimentale, quello di un altro referente storico come Schiavi che da pochi giorni ha detto addio.
Col ritorno sulle panchine più importanti d’Argentina dei due allenatori argentini più accreditati dei tempi moderni, non si può fare a meno di considerare i loro scontri diretti alla guida, appunto, di River e Boca. E anche i freddi numeri sembrano volerli mettere sullo stesso piano, come sarebbe giusto in ogni caso: quattro, infatti, i loro scontri diretti ufficiali ovviamente in altrettanti Superclasicos, con una vittoria a testa e due pareggi.
River Plate, Boca Juniors, Ramon Diaz e Carlos Bianchi. Tutti nomi importantissimi, ancor più se associati, al di là della storia e dei destini particolari dei due club e degli stessi allenatori. Non avrebbe potuto esserci congiunzione migliore, quindi, col contemporaneo ritorno dei due tecnici alla guida delle squadre cui sono naturalmente associati. E allora buone anzi ottime notizie per il calcio argentino, che grazie al prestigio di questi protagonisti ritrovati ha finalmente l’occasione giusta per risollevarsi. E lo farà.
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