Inter Nos 13
Pubblicato su San Siro Calcio, domenica 1 aprile 2012
ADDIO RANIERI – Proprio quando sembrava che potesse arrivare in fondo a questa stagione, Claudio Ranieri ha lasciato l’Inter con una rescissione di contratto che assomiglia tanto ad un esonero. Al tecnico è stata fatale proprio la Juventus, la squadra che lo aveva a sua volta esonerato il 18 maggio 2009, a due giornate dal termine di quel campionato con i bianconeri terzi in classifica.
Questa volta, alla fine del torneo di giornate ne mancano nove, ma la sconfitta allo Juventus Stadium, la 12.a in campionato per l’Inter, ha indotto Moratti ad anticipare la fine del rapporto.
Claudio Ranieri in realtà ha pagato la mancata qualificazione ai quarti di Champions League con il non irresistibile Marsiglia: alla prima ulteriore sconfitta Moratti gli ha presentato il conto. D’altronde i numeri sono inquietanti: l’Inter nella corsa all’Europa League è stata sorpassata pure dal Catania e la classifica racconta di un 8° posto con 12 sconfitte, con 38 gol segnati e subiti.
Ora l’Inter è nelle mani dell’esordiente Andrea Stramaccioni, prelevato in fretta e furia dalla Primavera.
Eppure contro la Juventus nel primo tempo i nerazzurri avevano giocato una delle loro migliori partite ma è una magra consolazione se non si segna e si torna a casa con due gol sul groppone. Quando si perde, le chiacchiere sono sempre senza distintivo, parafrasando una battuta cult de ‘Gli Intoccabili’. E, dopo una stagione come questa, di intoccabili non ce ne dovrebbero essere più. Il primo ad essere impallinato è stato Ranieri, anche per le sostituzioni molto discutibili nella partita di Torino.
Alla richiesta di Moratti di una partita d’altri tempi la squadra ha risposto per meno di un’ora: non è bastato. Ranieri se n’è comunque andato da galantuomo, evitando il veleno che puntualmente sprizzano sull’Inter Benitez e Gasperini, tecnici profumatamente pagati ma sempre assolti per i loro fallimenti all’Inter. Il primo è ormai un disoccupato di lusso, al quale nessuna big d’Europa ha ancora ripensato, segno che forse non è così vittima della situazione come si è sempre proposto. Non a caso nella sua autobiografia Jamie Carragher, suo ex giocatore al Liverpool, ha scritto testuale: “Benitez è uno di quelli che sa tutto lui. Se lo incontri in un Pub ti vien voglia di dargli un pugno!”
Il secondo pare invece avviato alla carriera di commentatore ma, per far parlare ancora di sé, ha bisogno di cannoneggiare l’Inter in continuazione. Al proposito l’ultima stoccata di Moratti, che lo ha definito semplicemente ‘pessimo’, deve aver lasciato il segno. Vedremo quando Gasperini tornerà a riproporsi ad alti livelli. Ma ora bisogna guardare avanti, alla novità di Andrea Stramaccioni.
BENVENUTO STRAMACCIONI – Andrea Stramaccioni ha nove partite, a cominciare dall’esordio contro il Genoa a San Siro, per smettere di essere un’emergenza ed assurgere a certezza per il futuro.
Comunque si concluderà questa stagione, che definire incresciosa è poco, l’Inter si conferma tanto unica quanto affascinante: nessuno avrebbe scelto per la squadra più vecchia l’allenatore più giovane della Serie A.
“Mi sveglio alla mattina e almeno vedo qualcosa di nuovo” – ha scherzato Moratti.
Nella domenica di Juventus-Inter, il Presidente nerazzurro è volato a Londra per gustarsi la finale della Next Gen Series tra la Primavera interista e i pari età olandesi dell’Ajax. Una bella vittoria per Stramaccioni e per il settore giovanile nerazzurro in quella che nel giro di un paio d’anni, negli obiettivi dell’Uefa, dovrà diventare la Champions League giovanile.
Ma all’Inter nulla è mai scontato: al di là dei risultati, se l’esordiente Stramaccioni dovesse confermare il talento comprovato coi giovani, Moratti potrebbe pure confermarlo.
La speranza è che il Presidente abbia avuto l’intuizione giusta. Nel momento topico della scelta definitiva, Moratti ha chiuso al volo il vertice che aveva convocato mandando a casa Branca, Ausilio e Paolillo, ha preso in mano il telefono per salutare Ranieri e ha subito promosso Stramaccioni. Certo sarebbe bello scoprire d’incanto di avere in casa il ‘Guardiola’ di turno, ma bisogna dargli una squadra vera, non solo campioni onusti di gloria. Per questo è stato ‘scippato’ all’Udinese Valentino Angeloni, osservatore dal fiuto formidabile per i giovani talenti in ogni angolo del globo. Speriamo sia ascoltato, ben sapendo che un conto è il modello Udinese, altra storia è l’Inter, dove se per una stagione si smette di vincere trofei a raffica, sembra tutto da buttare.
Una cosa è certa: un salto triplo come quello del giovane Andrea in ogni ambito della vita riesce solo a quelli molto fortunati o a quelli davvero molto bravi. La speranza è che lui faccia parte della seconda categoria.
QUALE DOMANI? – Questa stagione ormai è andata: il terzo posto è lontano 10 punti, un abisso considerando l’ottavo posto in classifica, mentre l’Europa League dista solo 3 punti e forse ci sarebbe arrivato pure Ranieri.
Difficile pensare che Stramaccioni possa operare un massiccio travaso di giocatori dalla Primavera alla Prima Squadra. C’è un tempo per ogni cosa.
Il bravo allenatore è comunque solo quello che vince, soprattutto all’Inter, ma ogni allenatore vince solo se ha la squadra. Chissà cosa potrà inventarsi Stramaccioni nelle ultime nove partite: in fondo è ancora troppo giovane per bruciarsi. Prima che un incidente gli troncasse la carriera a soli 25 anni, giocava da difensore, poi si è seduto al volo in panchina. Il ragazzo ha tanta umiltà, ma ha carattere da vendere e chi lo conosce bene ne parla ancora meglio. A Roma, dopo aver vinto due campionati con Allievi e Giovanissimi, voleva la Primavera di Alberto De Rossi, padre del calciatore-monumento Daniele. Ovviamente gli hanno risposto picche e lui è corso all’Inter. Il miglior augurio che gli si può fare è che faccia innamorare Moratti ben oltre la fine di questo campionato: e Moratti, come ogni tifoso, alla fine s’innamora davvero solo se vince.
Al momento però è meglio stare coi piedi per terra e immaginare Andrea Stramaccioni solo come l’uomo chiamato a chiudere col minor disagio possibile una stagione comunque disgraziata. Ed è fisiologico che per il futuro vero, quello che comincerà la prossima estate, si continui a parlare dei soliti candidati, con il loco Marcelo Bielsa in prima fila.
Poi bisognerà fare qualcosina anche in società e rinnovare profondamente la squadra: al momento, al di là del valore dei singoli giocatori, un dato balza subito all’occhio. L’Inter è piena di over 30 e di under 23. Nella cosiddetta fascia di mezzo ci sono solo Sneijder, Pazzini e Nagatomo. Lì si dovrà intervenire con decisione.
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