L’ora della svolta
L’Inter non è più di Moratti, o meglio non è più solo di Moratti: tra poco Thohir sarà molto di più di un titolo di giornale. E adesso bisogna anche rincuorare lo sterminato popolo nerazzurro o almeno quella parte che, davanti al nuovo, si sente smarrita. Perché in un Paese sempre troppo provinciale com’è il nostro, tutto ciò che è nuovo viene sempre visto come un rischio, mai come un’opportunità. E quelli che dopo il record di 16 trofei, si lanciavano puntualmente nel solito ‘via Moratti’ appena di trofei non ne arrivava subito un altro, vagano con gli occhi spiritati.
E’ invece vero come scritto oggi sulla prima pagina della Gazzetta che, a meno che Moratti non mandi tutto all’aria in exremis, è la fine di un mondo ma non la fine del mondo. La mission è che l’Inter non sia più solo un costosissimo hobby, ma diventi un’azienda di calcio di alto livello per tornare, appena sistemati i conti una volta per tutte, a ricomprare i top-players che in Italia non vengono più. Il nome della famiglia Moratti sull’insegna della nuova Inter resterà comunque almeno per un triennio, perché due Moratti, Massimo e Angelo Mario, faranno parte del nuovo board. Thohir ha soci molto potenti, tutti di formazione universitaria USA, come Rosan Perkasa Roeslani e Handy Soetedjo, oltre a Aburizal Bakrie, tra l’altro candidato alle presidenziali 2014 in Indonesia, nomi che da noi dicono poco, ma che la finanza internazionale conosce bene, visto che i loro interessi spaziano dall’Asia all’Australia, oltre che naturalmente negli Stati Uniti. L’uomo che potrebbe rappresentarli finanziariamente anche nell’Inter potrebbe essere l’Avvocato statunitense Thomas W. Shreve, un fedelissimo della governance indonesiana.
Difficile finché non ci sarà il comunicato ufficiale districarsi tra quote e percentuali in un un’operazione, tra una storia e l’altra, da più di mezzo miliardo di euro. Numeri troppo grandi che al momento lasciano poco margine di manovra all’uomo della strada, quello con cappellino nerazzurro e la stessa sciarpa dagli anni ’60. L’unica cosa che gli rimane, per illudersi di poter contare ancora qualcosa, è di pensar male sempre e comunque: “Coi cinés te ciapet semper la fregadura” (dai cinesi un bidone lo prendi sempre), mi ha detto l’Ambrogio, interista della prima ora! Vagli spiegare che nel mondo non tutti quelli cogli occhi a mandorla hanno un ristorante in via Paolo Sarpi e che i nuovi ricchi non abitano più in piazza Cordusio. Il mondo va troppo veloce per me, figuratevi per loro. Ma l’Inter resta l’Inter, prima, durante e dopo tutti noi.
Sperem, speruma (piemontese). Speriamo che il futuro sia radioso anche la metà del periodo 2005-2010 e che quindi il virus nerazzurro contagi gravemente questo indonesiano paciarotto. E sempre grazie al nostro Massimo Moratti ed a tutti quelli che hanno a cuore la nostra gloriosa Inter.
Dispiaciuto che Moratti abbia dovuto vendere per problemi di “soldi”, ma per tenere l’Inter ad un certo livello era un atto dovuto.
Adesso con una nuova proprietà saremo tutti curiosi dell’operato del nuovo menagement internazionale.
tutta giusta la parte razionale. solo che non e’ la vendita ad un altro commenda, ma e’un inter che cambia per sempre. cambiamento che portera’ con se tante conseguenze, si spera solo positive. credo che in molti di noi siano divisi tra timore e fascino. il dado e’comunque tratto e non sarebbe saggio non vendere, ma una certa commozione mi sia concessa.
Penso che a tutti possa dispiacere il fatto di non avere più un Massimo Moratti alla presidenza, con tutti i pro e tutti i contro che gli vanno riconosciuti. Bisogna rendersi conto che non è solo il calcio, è tutto ciò che fa economia che sta cambiando. Ed il calcio, specialmente in Italia, fa economia. Speriamo solo che questi signori facciano coincidere l’economia societaria anche con buoni risultati sul campo
Thohir e’ un po’ morir
Ho vissuto l’epopea di Moratti padre e HH ( son vecchiarello) e quella di Massimo – grandi
ricordi – il triplete non lo scorderò mai, e, pur con errori di gestione ed eccesso di “amore”
verso i giocatori posso solo dire: grazie Presidente – ha chiuso benissimo scegliendo un
ottimo allenatore – ora con fiducia osserviamo Thohir e la svolta che imprimerà alla Società-
con bonomia, manifesto la mia “solidarietà” ai non interisti che in questi mesi hanno
ridacchiato sulla trattativa- e adesso ?
L’ importante è decuplicare il fatturato: sponsor, pubblicità, diritti immagine, merchandising e tutto quello che non è TV e Stadio. Qui l’Inter è strutturalmente debolissima.
Un GRAZIE è poco per tutte le GIOIE (sportive) che mi hai fatto vivere!
Per tutti quelli che ci prendono in giro:
Meglio un Magnate Indonesiano che….
un presidente ai servizi sociali!
AMALA!
Io al momento sono contento e fiducioso, secondo me è una grossa opportunità, anche perché Moratti ormai non era più in grado di mantenerci a grandi livelli, è ovvio però che saranno i risultati sul campo quelli che daranno il responso.
Arrivano soldi freschi dall’Indonesia insieme ad una capacità gestionale d’azienda senz’altro superiore a quella “di pancia” esibita fino ad ora. In più, è stata recentemente stipulata una collaborazione con la forte banca tedesca (di cui al momento mi sfugge il nome), che dà altre garanzie. Dulcis in fundo, la famiglia Moratti (grazie ancora di tutto!) rimane vigile sulla situazione in divenire. Quindi, perché preoccuparsi tanto da parte di molti tifosi?
Saluti! Paolo, NO
SEMPRE E COMUNQUE SOLTANTO FORZA INTER, ETERNO AMORE MIO.
Romina
Non capisco alcune critiche a prescindere sull’affare Thohir.
Un esempio su tutti rimanendo in Italia: la Roma made in USA non mi sembra stia facendo malissimo, anzi credo che darà del filo da torcere a tutti…
Ho visto gente che si sputtana lo stipendio alle slot dare del ricco scemo a Moratti “perché ha speso i miliardi nell’Inter e adesso la vende per due soldi piena di debiti”. Fantastico sentirli delirare!
Ammetto che c’è un po’ di tristezza,ma sono sicuro che Moratti abbia fatto la cosa giusta.Grazie di tutto Presidente,ci hai fatto sognare con acquisti faraonici,hai sempre difeso la causa interista con le unghie e con i denti e soprattutto hai portato tantissimi trofei.
Ho fiducia nelle scelte del presidente Moratti. Sono certo che sia stata una decisione ponderata a lungo, soppesata nei dettagli, calcolando anche le possibilità di una via d’uscita in caso di fallimento. Un esperimento che, dal nostro punto di vista, vale comunque la pena di tentare. L’alternativa è vivacchiare stentatamente.
Piano con gli epitaffi ed i ringraziamenti; sono certo che il ruolo della famiglia Moratti non è ancora tramontato, almeno nella gestione sportiva. Henryk, Roma
Si, ma societariamente, non è il paragone giusto…
GLR
Però oltre al sentimentalismo andrebbe guardata anche la gestione troppo spesso, fragile, confusionaria, irrazionale, sprecona che ha portato l’Inter nella situazione attuale, quindi ben venga chi oltre ai soldi (finiti per i Moratti), possa portare una conduzione societaria diversa, in linea con i tempi e modi (discutibili) del mondo pallonaro attuale, un po’ meno emozionale e più concreta.