Inter Nos 12
Pubblicato su San Siro Calcio, domenica 9 marzo 2014
IL PUNTO – Ormai a tenere più che mai banco in casa Inter è soprattutto la questione arbitrale: 28 partite, di cui 25 di questo campionato senza alcun rigore a favore sono decisamente troppe! E il fatto che la società nerazzurra abbia scelto la via del silenzio, non significa che non ci sia irritazione. Quello interista infatti è un silenzio assordante! Se dopo la gara col Chievo del 13 gennaio scorso si scriveva che l’Inter era arrivata al limite della sopportazione, dopo poco più di un altro mese quel limite è stato decisamente superato. All’Inter mancano troppi rigori e non si riesce neppure più a contarli: dopo che il Chievo alla 25.a giornata ha avuto il suo primo penalty contro il Catania, l’Inter è rimasta l’unica squadra di Serie A con lo 0 nella casella dei rigori a favore. Un dato che forse non ha uguali nemmeno in Europa. Dal 3 novembre 2012 in poi, quando Milito violò anche dal dischetto lo Juventus Stadium, l’Inter ha avuto a suo favore solamente due rigori, entrambi ininfluenti, contro Napoli e Lazio nel maggio 2013. Da allora sono trascorse 28 partite, 25 giornate di questo campionato, senza che alcun arbitro fischiasse un rigore a favore dei nerazzurri. Ci potevano stare, si diceva, i mancati rigori contro Atalanta, Bologna e Livorno, ma è da dicembre che l’Inter è ripetutamente colpita e affondata: dal fallo su Alvarez contro il Parma a quelli su Palacio contro Napoli e Milan, da quello su Rolando contro la Lazio a quello su Botta contro il Chievo. Con Cagliari e Roma gli ultimi sgarbi sono toccati tutti a Mauro Icardi, affossato, trattenuto e preso perfino a pugni in faccia da De Rossi in piena area giallorossa. E poco importa che poi il romanista sia stato sanzionato con tre turni dal giudice sportivo attraverso la prova-Tv. Questo non ha comportato alcun vantaggio per l’Inter. Ma c’è dell’altro,anche al di là del campionato, come la trattenuta da rigore subìta da Milito in Coppa Italia contro l’Udinese, dove c’era pure un mani volontario di Widmer. E poi, tornando al campionato, ci sono stati altri episodi determinanti come il gol non convalidato a Nagatomo contro il Chievo, le mancate espulsioni di Lichsteiner in Inter-Juve e di André Dias in Lazio-Inter, a cui vanno aggiunti il fallo fuori area di Pereira su Gervinho, con penalty accordato alla Roma e la generosa punizione concessa al Torino per un contatto di Wallace che significò il 3-3 finale coi granata. Nessun dossier, ma solo qualche telefonata a chi di dovere da parte del dirigente meno popolare di sempre tra gli stessi interisti, il direttore generale Marco Fassone. Walter Mazzarri invece non ha neppure più voglia di lamentars,i ma che la classifica dell’Inter avrebbe potuto e dovuto essere migliore è sotto gli occhi di tutti.
LA SQUADRA – La 27.a giornata mette in scena Juventus-Fiorentina all’ora di pranzo e Inter-Torino a seguire. Le due partite sono più connesse di quel che si possa pensare perché se i nerazzurri dovessero tornare a vincere in casa, sotto gli occhi di Erick Thohir, e la Juventus dovesse battere la Fiorentina, ecco che ci si ritroverebbe ad un solo punto dai viola, in piena corsa per il quarto posto. Un risultato francamente superiore alle attese per come si era messa ultimamente, soprattutto dal punto di vista arbitrale, argomento che trattiamo abbondantemente in altra parte del giornale. In ogni caso, tocca a Mazzarri rimettere in moto l’Inter al più presto, prolungando il più possibile la serie positiva che dura da un mese esatto, dopo le vittorie su Sassuolo e Fiorentina e i pareggi con Cagliari e Roma. Intanto Mauro Icardi pare ormai aver stabilmente preso il posto di Milito al fianco di Palacio e le sue ultime prestazioni gli consentono di aspirare finalmente un posto da titolare nell’attacco interista di qui a fine stagione. Hernanes, superati i suoi problemi fisici, smania per rientrare stabilmente in squadra e da leader ha annunciato a nome della squadra un grande finale di campionato. Ruben Botta invece sta crescendo un po’ più lentamente del previsto, ma resta un’alternativa interessante, come Kovavic, intristito da tanta panchina, ma a volte basta un attimo per cambiare le gerarchie. Ora una maglia da titolare manca solo a D’Ambrosio ma con la doppia indisponibilità per squalifica di Samuel e di Juan Jesus forse, oltre al ritorno di Ranocchia, potrebbe essere arrivata anche la sua ora. Insomma mancano 12 giornate e 36 punti perché l’Inter e Mazzarri riescano a garantirsi un futuro tranquillo e, soprattutto europeo. Thohir, appena rientrato a Milano, vigila. Battere il Torino per avvicinare la Fiorentina e il quarto posto è solo la prima ‘mission’!
LA SOCIETA’ – Erick Thohir è tornato in Italia per la terza volta. E un po’ in anticipo sui tempi, ha confidato chi lo conosce bene. E’ vero che la poderosa operazione del passaggio di proprietà di FC Internazionale è cosa ancora alquanto complicata e ci sono scadenze bancarie da onorare, ma il nuovo Presidente aveva appena lasciato l’Italia appena tre giorni dopo Inter-Cagliari a fine febbraio ed ora ai primi di marzo rieccolo qui! Non è che la passione per l’Inter in realtà lo sta contagiando prima e più del previsto? E’ quello che tutti i tifosi nerazzurri auspicano perché un Presidente che riesca ad essere spesso a Milano non può che far bene allo spirito. Al di là di questo, Erick Thohir pare comunque avere già le idee piuttosto chiare su come rilanciare l’Inter nel calcio che conta. Chi lo conosce bene, dice che quando parte, ET è un autentico rullo compressore. Intanto il nuovo direttore finanziario Michael Williamson si è già insediato e nei prossimi mesi prenderà forma l’intero restyling societario. Sul campo, che è poi quello che interessa i tifosi, è stato invece concluso l’acquisto di Nemania Vidic, il capitano del Manchester United, che ha rifiutato il prolungamento del contratto con gli inglesi e ha scelto l’Inter, malgrado il corteggiamento sottotraccia di Milan e Juventus. Difensore centrale, classe 1981, Vidic ha un’enorme esperienza internazionale e non potrà che essere utile ai giovani che l’Inter acquisterà o riporterà a casa la prossima estate. Ha il carisma del leader e la sua età non più verdissima non è un problema, visto che a tutt’oggi Walter Samuel continua ad essere il migliore tra i difensori. In più il fatto che Vidic sia stato a lungo un big della Premier League permetterà a Thohir di ‘spenderlo’ sul mercato asiatico anche dal punto di vista commerciale, soprattutto in termini di marketing. Vidic è proprio l’esempio di quel mix di giovani e anziani a cui sta tendendo la nuova Inter di Thohir. Con lui e Hernanes prosegue insomma l’idea di dotare l’Inter del futuro di una spina dorsale completamente nuova. Il nuovo Presidente ha spiegato di voler costruire una rosa bilanciata nei ruoli e nell’età, che dovrà essere mediamente intorno ai 26-27 anni, con uomini in grado di provare a vincere subito.
Intanto sono state bruscamente stoppate le voci su un possibile cambio di allenatore. Nel rinnovare la stima a Walter Mazzarri, Thohir ha spiegato che i suoi complimenti a Franck De Boer, tecnico dell’Ajax, nulla avevano a che vedere con un suo futuro immediato in nerazzurro: “Ho parlato di De Boer perché è bravo“ – ha precisato Thohir – “ma non lo conosco personalmente e non l’ho mai incontrato! Non c’è l’idea di alcuna trattativa!”
Infine secondo radio-mercato Piero Ausilio, nel perfezionare l’operazione che ha portato in nerazzurro Danilo D’Ambrosio, sarebbe riuscito a strappare al Torino un’opzione su Alessio Cerci. Fosse confermato, sarebbe un altro grandissimo colpo!
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