Inter Nos 19
Pubblicato su San Siro Calcio, domenica 3 maggio 2015
INTER: COLLEGA IL CERVELLO! – Al di là della spada di Damocle del Fair Play Finanziario, è bene ricordare che per un grande club ogni anno fuori dalle Coppe Europee fa più danni al prestigio internazionale di qualsiasi altra cosa.
Da un bel pezzo comunque il destino europeo non dipende più dall’Inter: oltre a battere il Chievo a San Siro, c’è da sperare in qualche altra frenata imprevista di chi è davanti, tipo quella interna della Fiorentina col Cagliari.
Intanto Roberto Mancini ha già scelto gli uomini per la prossima stagione e non a caso si sta facendo meno scrupoli nel rivelare apertamente il suo pensiero alla squadra: dopo Udine il tecnico ha tuonato. Ha detto che qui c’è poco cervello e che senza testa e personalità è difficile fare tabelle. L’atteggiamento di alcuni, in particolare di Hernanes, Kovacic, Medel, Santon e D’Ambrosio, dopo la doppia superiorità numerica a Udine, con i tocchetti da calcetto al giovedì sera, tiri tu o tiro io, sono stati l’ennesima dimostrazione di immaturità. Al di là di tutto questo, merita una menzione speciale il match-winner Lukas Podolski. Poldi è un grande professionista, molto diverso dai giovani crestati di oggi che si sentono fenomeni al primo gol e che girano in Ferrari ancor prima dei 21 anni. Il tedesco gira Milano in tram e gioca alle bocce coi pensionati. E’ uno che ha giocato con la Germania tre Mondiali e due Europei, senza mai scendere sotto il terzo posto. Giù il cappello, insomma. L’accordo con l’Inter è stato chiaro fin dall’inizio, sei mesi insieme e stop. Nessun riscatto, nessuna volontà da ambo le parti di proseguire. Ma nessuno potrà mai accusarlo di non avere il cervello.
In ogni caso l’Inter arriva alla gara col Chievo sull’onda di risultati finalmente positivi: dopo la sconfitta con la Sampdoria a Genova e il funesto pareggio interno col Parma, i nerazzurri hanno vinto a Verona, pareggiato un derby che meritavano di vincere, battuto finalmente una grande come la Roma ed espugnato Udine. Ora, complici anche i risultati delle altre, si è tornati a ‘vedere’ un posticino in Europa. Per dare solidità alle speranze, occorre però battere subito il Chievo, che è virtualmente già salvo e, se possibile cercare di concedere meno terreno possibile nelle ultime cinque giornate, dove l’Inter è attesa tra tre scontri importanti: a Roma con la Lazio, in casa con la Juventus e a Genova, prima della chiusura a San Siro con l’Empoli. Il Genoa di Gasperini, che continua a rosicare sulla sua breve quanto negativa avventura nerazzurra anche a distanza di quattro anni, è una concorrente diretta per l’Europa League ed è anche l’unica delle rivali per l’Europa con cui l’Inter sia provvisoriamente in vantaggio nel computo degli scontri diretti (3-1 a San Siro). Con Fiorentina e Torino l’Inter è in svantaggio e con la Sampdoria è in parità (1-0 a San Siro e 0-1 a Marassi), ma ha dalla sua il fatto di aver una migliore differenza reti, criterio che diventa discriminante in caso di arrivo a pari punti e in parità negli scontri diretti. Al momento la differenza reti dell’Inter è +11, mentre quella dei bluerchiati è solo +5.
Ma come ha spiegato senza mezzi termini Roberto Mancini una squadra che non brilla certo per personalità e cervello non può concedersi il lusso di alcun calcolo. L’obiettivo, adesso che la media-punti è stata ristabilita nel confronto con il predecessore Walter Mazzarri, è quello di fare il massimo dei punti possibile, sperando che le altre frenino ancora.
Chiaro che un posto in Europa League il prossimo anno, al di là delle sanzioni Uefa ancora tutte da valutare, darebbe nuovo impulso anche alla prossima campagna acquisti, dove qualcuno imprudentemente continua a spendere nomi ancora fuori portata per l’Inter di Thohir: da Touré a Jovetic, fino all’immancabile Lavezzi.
Ma ci sarà tempo, un’eternità, per parlare delle voglie di mercato, qui ora bisogna fare l’Europa e bisogna farla al più presto, chiudendo meglio possibile una stagione nella quale finora l’unica impresa da ricordare è arrivata addirittura alla 32.a giornata, la vittoria di misura contro la Roma a San Siro.
Ora c’è il Chievo e dovrebbe essere più facile, a patto, per dirla con Roberto Mancini, di collegare il cervello.
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