2015-16 Inter Nos 1
Pubblicato su San Siro Calcio, domenica 13 settembre 2015
E’ GIA’ DERBY DA VINCERE
Ed eccoci al derby! Ma come? Così presto? Si e per di più dopo una sosta per la Nazionale, che è sempre negativa, visto che per infortunio l’Inter ha perso il suo miglior difensore, il brasiliano Miranda, costretto al forfait, proprio nella sua stracittadina d’esordio. A guardare le formazioni annunciate, più che un derby, sembra il ballo dei debuttanti, perché le milanesi si sono completamente rifatte il look. Ne avevano bisogno, visti gli ultimi campionati. A detta degli addetti ai lavori, si è mossa meglio l’Inter, ma un conto è il calcio parlato, un altro è quello giocato, soprattutto nel derby, che resta soprattutto una partita di ‘testa’, nella quale spesso l’aspetto mentale ha avuto la meglio sul quello tecnico-tattico. L’Inter sta meglio come classifica, visto che è a punteggio pieno, e ci arriva meglio anche come ambiente, se è vero quello che si paventa da due settimane a questa parte in casa Milan: Berlusconi deluso per le scelte di Mihajlovic – Suso e Nocerino titolari nella prima casalinga con l’Empoli, dopo per si è cercato di venderli al primo offerente per tutta l’estate è parso fuori luogo- e quest’ultimo fin troppo sincero nel lavare coram populo i panni sporchi sbattendo in faccia a tutti quello che ancora non funziona. Ma non fatevi ingannare: spesso chi viene da una vigilia travagliata ha tirato fuori nel derby ben più di chi è rimasto accucciato sui suoi risultati positivi, per l’Inter il primato in classifica, ottenuto però in virtù di un calendario assai morbido e comunque senza mostrare alcunché con Atalanta e Carpi. Insomma non si può vivere di solo Jovetic, tre gol in due partite: se sta bene è un top-player, ma serve anche il resto. Vi dico di più: proprio in questo derby l’Inter deve dimostrare una nuova maturità, perché il rischio di sottovalutare i cugini è altissimo. Se non altro aver perso Miranda, dovrebbe bastare a riportare tutti sulla Terra, ricordando la permeabilità della difesa interista per tutta la scorsa stagione con al centro Juan Jesus e Ranocchia, il Capitano diventato non giocatore, che pare il primo indiziato a sostituire Miranda.
In più l’ultima amichevole persa col Lecco, squadra di serie D, ha fatalmente riproposto i molti dubbi estivi sull’Inter, al di là della formazione scelta da Mancini, che non fa proprio nulla per non farci capire che di certe partitelle gli frega meno di niente. E’ ben vero che un conto è il calcio delle sgambate e un altro quello delle partite ufficiali, ma il derby è bello vincerlo anche a biliardo e quest’estate l’Inter ne ha perso uno e mezzo, quello in Cina e quello di 45’ nel Trofeo Tim a Reggio Emilia, schierandosi con giovanissimi scolari più che con i suoi titolari.
Del mercato ho già detto: l’Inter ha lavorato molto e bene e non ho alcun rilievo negativo da fare. Sono arrivati i difensori Murillo, Miranda, Montoya e Telles, i centrocampisti Kondogbia e Felipe Melo, gli attaccanti Jovetic, Perisic, Ljajic, oltre al ritorno di Biabiany per la panchina. In totale 10 calciatori, più di quanti me aspettassi, mentre per chi se n’è andato, a sensazione, non credo che verrò stritolato da rimpianti. Dopo la Roma, l’Inter è la società che si è mossa meglio, riuscendo tra l’altro attraverso la ricchissima cessione di Kovacic a tenere sufficientemente in ordine i conti. Dell’Inter dell’ultima stagione, l’ho scritto spesso, alla fine avrei tenuto solo il centravanti capocannoniere Icardi ed il portiere Handanovic, anche se qualche comico tra i nostri obbietta pure su quest’ultimo, come se in giro ci fossero ancora Julio Cesar, Zoff e Albertosi. Sono stato accontentato. Alcuni tifosi però, se non ci fossero, bisognerebbe inventarli, giusto per farsi due risate. Detestavano l’intera Inter e oggi si domandano se fosse poi davvero il caso di rivoluzionarla fino a questo punto. Poi ci sono quelli che si improvvisano commercialisti e magari c’han il battesimo come titolo di studio: ancora più buffi degli avvocati con la patente B del post-Calciopoli! C’è gente che è convinta che se l’Inter non dovesse arrivare almeno terza gli pignoreranno la casa: non quella dell’Inter però, ma la sua! Poi ci sono quelli che hanno davvero creduto che fosse possibile raccogliere i soldi che la Juve ha versato in extremis per Hernanes da Guarin, Ranocchia e Juan Jesus, tre calciatori che non hanno avuto manco stavolta alcuna offerta degna di nota, manco il mercato si facesse con le figurine. Quelli che non ne potevano più della discontinuità tattica di Kovacic e Hernanes, adesso si sentono vedove, poiché ‘che vivo a fare, se non mi lamento di qualcosa?’ E infine quelli che ‘Hernanes, proprio alla Juve?’ Manco il Profeta avesse legioni di ammiratori in tutta Europa pronti a prenderlo!
Ora però tocca al Mancio, ‘Ciuffo’ per quelli che non lo sopportano, forse perché ha già vinto più di tutti gli attuali tecnici di Serie A. Toccherà a lui inserire i nuovi nel più breve tempo possibile e trasformare la discontinua seppur vincente Inter vista con Atalanta e Carpi in una squadra dal rendimento costante e finalmente credibile per il terzo posto. Già perché per il terzo posto ora non ci si può più nascondere: è assolutamente il primo obiettivo stagionale, perché Juve e Roma restano comunque superiori, quest’ultima anche perché, ribadisco, è stata la vera regina del mercato. Se non ce la farà, Mancini verrà messo alla gogna (sai che novità…), esattamente come gli sarebbe successo anche con un mercato molto meno ricco, esattamente come accadrà, in caso di stagione negativa, anche a Allegri, Garcia e sta già accadendo a Mihajlovic perché, badate bene, al di là di tanti discorsi, chi allena una grande deve comunque e sempre avere un grande rendimento. Quindi niente di nuovo sotto il cielo del campionato, se non il dovere per l’Inter di continuare a vincere e di inserire al più preso i nuovi acquisti.
E nello specifico, per questo 300° derby, il 165° in campionato, di dimostrarsi maturata nel raggiungimento e nella gestone dei risultati, cosa che in questo inizio di campionato sinceramente non si è vista.
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