Inter Nos 13
Pubblicato su San Siro Calcio, domenica 1 marzo 2015
ORA I CONTI TORNANO – Finalmente i conti cominciano a tornare e l’Inter di Mancini pare aver trovato un buon passo.
Prima le tre vittorie consecutive in campionato, che mancavano addirittura da 28 mesi, ossia dall’epoca Stramaccioni, poi la qualificazione agli ottavi di Europa League contro il Celtic.
Se prima l’Inter soffriva e perdeva, ora soffre, ma almeno vince e il Mancio, dopo aver tagliato il traguardo dei suoi 100 giorni da allenatore, può finalmente tracciare i nuovi obiettivi, che poi sono quelli di inizio stagione e che alla fine girano sempre attorno all’Europa di oggi e di domani, perché come ha spiegato Thohir al suo ritorno in Italia l’Inter in Europa dovrà starci sempre.
Quando ci si chiede che cosa abbia Mancini più di tanti altri allenatori, basta ricordare le sue parole in conferenza-stampa dopo il successo a Cagliari: “Tre vittorie di fila in campionato? E allora? Mica ci danno un premio!” – ha commentato. Altri si sarebbero magari autocelebrati, ma qui c’è ancora poco da festeggiare: per ora la media punti in campionato ha appena eguagliato quella di Mazzarri, che non era propriamente da grande squadra.
Ora però l’Inter ha davvero l’occasione di dare un nuovo senso alla sua rincorsa ad un comodo piazzamento per l’Europa League e ad offrirla è il match casalingo con la Fiorentina, il primo vero competitor per le posizioni che contano.
Nella cinquina storica di giovedì scorso con la qualificazione agli ottavi di Europa League di Fiorentina, Napoli, Roma, Torino e Inter, l’impresa dei viola che hanno estromesso gli inglesi del Tottenham è stata seconda solo a quella del Torino che ha espugnato il San Mames eliminando l’Athletic Bilbao. Il cliente dei nerazzurri è quindi di quelli tosti.
Col Celtic, dopo il 3-3 dell’andata non ci sono stati particolari patemi, ma a Cagliari nell’ultima di campionato l’Inter ha mostrato ancora una volta le sue canoniche due facce, fin troppo diverse: se da una parte la squadra ha finalmente imparato ad indirizzare le partite in suo favore, dall’altra continua a rischiare di rimetterle terribilmente in discussione per una sciocchezza ed è ovviamente su quest’ultimo punto che bisogna rapidamente migliorare, perché la spiacevole sensazione è sempre quella che basti poco per sprecare in un battito di ciglia tutto il lavoro fatto.
Le note positive comunque tante: Davide Santon, un bambino che si è fatto uomo e che migliora di gara in gara; Mauro Icardi che è già a 19 gol stagionali, di cui 14 in campionato dove ora è capocannoniere con Tevez; Fredy Guarin che ha cominciato a mettere in fila prestazioni e gol decisivi, mentre Gary Medel e Marcelo Brozovic hanno dato solidità ad un centrocampo, dove ha preso a brillare la stella di Xherdan Shaqiri.
Ora Mancini sta cercando di recuperare anche Mateo Kovacic, tornato a segnare a Cagliari e Hernanes, titolare con il Celtic.
Se solo là dietro la si piantasse una volta per tutte di finire regolarmente in bambola ad ogni partita, la metamorfosi sarebbe completata.
Adesso serve veramente un successo di prestigio per dimostrare nei fatti e nei risultati una crescita complessiva certamente innegabile. E battere la Fiorentina a San Siro sarebbe proprio un risultato di prestigio.
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