Inter Nos 20
Pubblicato su San Siro Calcio, sabato 16 maggio 2015
DERBY D’ITALIA CONTRO LA JUVE D’EUROPA – Torna il derby d’Italia e Inter e Juventus si ritrovano a San Siro con stati d’animo profondamente diversi. I bianconeri arrivano a Milano da finalisti di Champions League, un traguardo che mancava loro da 12 anni e al calcio italiano da 5, visto che proprio l’Inter è stato l’ultimo nostro Club ad alzare al cielo la Champions.
La Juventus non parte favorita per il titolo europeo: sabato 6 giugno a Berlino troverà il Barcellona di Messi e Neymar, confidando che la partita secca possa comunque ridimensionare il gap. In fondo si diceva che la Juve non fosse favorita nemmeno col Real Madrid, ma lo ha eliminato e ora ha il morale a mille.
Nei fatti la Juventus ha la possibilità di fare il Triplete che l’Inter ha realizzato solo cinque anni fa, perché dopo aver vinto il campionato, è in finale anche di Coppa Italia, fissata a Roma con la Lazio mercoledì prossimo e, come detto, di Champions League.
Può anche essere che Allegri a San Siro punti su parecchie seconde linee. In fondo questo derby d’Italia la Juve lo gioca per onor di firma, mentre per l’Inter è invece fondamentale nella corsa ad un posto in Champions League.
Malgrado l’insperato successo a Roma contro la Lazio, il destino dei nerazzurri continua a dipendere da altri. Se Fiorentina e Sampdoria continuano a vincere, raggiungere l’Europa League sarà impossibile. E’ vitale che l’Inter chiuda il campionato almeno a pari punti con la Sampdoria, l’unica con cui i nerazzurri sono in vantaggio per la differenza reti, a parità di scontri diretti.
Ma guai a trascurare il Torino che, sulla carta, ha un calendario più agevole, mentre il Genoa ha un contenzioso con l’Uefa.
Tra l’altro, a proposito di Europa League, vedendo chi è arrivato in finale con i Campioni in carica del Siviglia, ossia gli ucraini del Dnipro, c’è un po’ di amarezza.
Il Dnipro Dnipropetrovsk, capace di eliminare in semifinale il Napoli, era nello stesso girone dei nerazzurri da cui è stato sconfitto due volte su due, 1-0 in trasferta e 2-1 in casa, e si è qualificato alla seconda fase solo perché agli azeri del Qarabag nell’ultima partita con l’Inter è stato ingiustamente annullato un gol dall’arbitro ceko Miroslav Zelinka. Scherzacci del calcio.
Mancini, senza Hernanes, il match-winner dell’Olimpico, squalificato, e senza Guarin infortunato, è costretto a un paio di cambi rispetto alla squadra che ha battuto la Lazio. Ritrova spazio Shaqiri, in campo solo per 51 minuti e tre presenze nelle ultime 6 gare. Lo svizzero non parte titolare dall’1-1 col Parma del 4 aprile scorso. A centrocampo torna Brozovic con Medel e Kovacic.
Tra l’altro radio-mercato ha messo anche Roberto Mancini tra i candidati per la successione di Carlo Ancelotti al Real Madrid. Per qualcuno non è un caso che il Mancio, dal suo arrivo a novembre, non abbia ancora ripreso casa a Milano e viva tra Appiano e un albergo a Milano. Quasi sentisse di essere di passaggio. Ma questa è un’altra storia e se ne parlerà semmai a fine campionato.
Questa è stata anche la settimana dell’attesa sanzione Uefa per violazione del Fair Play Finanziario.
Nulla di sorprendente, al di là dei titoloni giornalistici del tipo ‘Inter, stangata da 20 milioni e rosa bloccata!’ La realtà è molto più sfumata. Di questi 20 milioni, quelli comminati dalla sanzione sono in realtà 6, perché i restanti 14 sono soggetti a condizionale. Come sa bene chiunque abbia una minima infarinatura giuridica, la condizionale non trova applicazione se l’Inter nei prossimi anni proseguirà nel controllo dei conti già manifestato con l’arrivo di Thohir: basti pensare che dal rosso globale, la Commissione Inquirente dell’Uefa, composta da 7 membri e presieduta dall’avvocato italiano Umberto Lago, ha già detratto una cinquantina di milioni per gli investimenti che l’Inter ha operato e continua ad operare sul suo settore giovanile. Inoltre il monte-ingaggi nerazzurro al momento si aggira attorno ai 75 milioni di euro, a fronte degli oltre 100 di qualche stagione fa. Il fatto di avere due allenatori sotto contratto è destinato a terminare non appena Mazzarri troverà una squadra, probabilmente tra un paio di mesi. Ma torniamo alla sanzione e al suo pagamento: al momento l’Inter non paga nulla perché i 6 milioni di multa sono pagabili in tre rate annuali da 2 milioni ciascuna e la prima è già stata ‘versata’ trattenendo’ 2 milioni dai premi dell’Europa League di questa stagione.
Quanto ai 14 milioni sospesi dalla condizionale è previsto che siano comunque pagati in due tranches da 7 milioni nel giro di 4 anni (3,5 milioni all’anno), ma solo se l’Inter non dovesse proseguire nel risanamento finanziario già cominciato da Thohir e approvato dall’Uefa. La conferma dell’attuale inversione di tendenza nel comportamento del club, con bilanci più virtuosi insomma, cancellerebbe completamente la misura. Insomma, diciamo che l’Inter è incorsa in questa sanzione per spese antecedenti, quelle dell’ultimo biennio di Massimo Moratti.
Ulteriore sanzione, al ritorno in Europa, sarà la limitazione della lista A della rosa a 21 unità il primo anno e a 22 il secondo, ovviamente integrabile con la cosiddetta lista B, quella dei giovani provenienti dal vivaio. E questo non è necessariamente un male, a pensarci bene, perché potrebbe consentire il lancio di qualche giovane in più.
Quest’ultima sanzione scatterà solo alla prima qualificazione dell’Inter in l’Europa: se non dovesse essere quest’anno, tutto sarà congelato fino al ritorno nelle Coppe insomma.
Grazie all’accordo con la Commissione Inquirente del Club Financial Control Panel, l’Inter ha comunque evitato la Commissione Giudicante dello stesso Organo, composta da cinque membri oltre al portoghese Jose Cunha Rodrigues che la presiede. Uomini dell’Uefa sono stati a lungo a Milano nella sede nerazzurra e ogni passo compiuto nei mesi scorsi, dall’ingaggio di Mancini al tesseramento di Shaqiri, tanto per fare due esempi, ha ovviamente ricevuto il via libera europeo.
Per questo l’a.d. nerazzurro Michael Bolingbroke è comunque fiducioso sul nuovo business plan che dovrà comunque alzare il livello di competitività del Club.
Poi, da qui ad avere Jovetic o Tourè, tanto per essere chiari, ce ne corre, a meno di cessioni davvero eccellenti. Intanto Dybala sembra essere vicinissimo alla Juve.
C’è poi chi trova divertente che l’Uefa per scoraggiare i Club nelle spese li punisca con sanzioni comunque pecuniarie. Ma qui la risposta è semplice: l’unico linguaggio che i Club comprendono è quello dei soldi. E’ lì che vanno toccati!
Intanto, al di là degli altri club sanzionati, è saltata per i soliti motivi formali la licenza europea del Genoa. Una vicenda che di fatto ha aumentato le possibilità europee del Club di corso Vittorio Emanuele.
Ovvio però che la vera risposta europea, l’Inter debba darla in campo, magari conquistando tre punti contro i finalisti di Champions League!
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