La questione Stadio

Molti di voi mi chiedono di esprimermi sulla questione Stadio commentando il dietro-front, più o meno improvviso, del Milan sulla costruzione di un nuovo impianto che avrebbe lasciato campo libero all’Inter a San Siro. A parte che sono giorni che ne parlo in tv, vi dirò che non amo dilungarmi su una questione che è molto molto lontana dall’essere chiusa. E’ ovviamente diritto di ognuno cambiare idea nella vita, come nel lavoro, anche quando si sono date le più ampie rassicurazioni su decisioni che sembravano prese: ricordate Barbara Berlusconi a luglio, dopo aver vinto l’appalto per la riqualificazione del Portello: “Finalmente ecco il nostro Stadio, Milano come Londra, giornata storica, eccetera eccetera”? Poi improvvisamente in 72 ore in dietro-front, non appena venuti a conoscenza che uno Stadio come quello mostrato al mondo in rendering ha comunque dei costi enormi, perché è soprattutto uno stadio interrato in un tessuto urbano molto particolare, cosa che sapevano più o meno tutti, senza contare che, a detta degli urbanisti, quella zona ha una morfologia urbanistica molto particolare e non appare facilmente ‘trasformabile’. Per carità oggi si può fare tutto, ci dicono certi ‘archistar’, anche spostare San Siro, così com’è sotto il Duomo, basta pagare.
Un nuovo Stadio a Milano, se non al Portello, può comunque essere più o meno agevolmente edificato altrove e l’Inter era comunque già partita col suo progetto di riqualificazione di San Siro. Se ne stava occupando Fassone, dirigente assunto da persone vicine a Moratti ma che a quanto si dice ha smesso presto di essere gradito allo stesso ex-presidente, oltre che a Erick Thohir e ai tifosi. Non a caso le voci su un’imminente interruzione del rapporto di lavoro con l’ex dirigente di Juventus e Napoli si stanno intensificando, sopratttutto ora che la questione Stadio appare momentaneamente congelata. Al di là di tutto, io credo però che Barbara Berlusconi, che in questi giorni ha fatto la figura della ragazzina viziata che vuole a tutti i costi un giocattolo che la famiglia non si può comunque permettere, non si arrenderà così facilmente. Da certe dichiarazioni, ora addirittura di ‘volemose bene’ con l’Inter, da parte dell’altro amministratore delegato rossonero Adriano Galliani, traspare pure una certa soddisfazione per il presunto buco nell’acqua della figlia di Silvio. Altre volte era stata Barbara a non nascondere i suoi commenti negativi sull’operato di Galliani. Io credo che proprio per questo l’Inter, prima ancora di essere seccata, sia sorpresa, ma che in cuor suo sappia che alla lunga il soggetto con cui bisognerà confrontarsi per le cose calcistiche cittadine sarà comunque Barbara Berlusconi. Non altri. Per questo ritengo che presto la dottoressa rimetterà sul tavolo la questione. E lo scherzetto dello Stadio al Portello, comparso solo in rendering e poi rapidamente scomparso, costerà al Milan una penale, più o meno concordata, di qualche milione di euro a favore di Fondazione Fiera che aveva comunque aggiudicato l’appalto al Milan, accantonando altri due progetti extracalcistici ma comunque remunerativi. Quello che però traspare dall’altra parte del Naviglio è una grande confusione. Io lo dico da tempo. Finché il Milan non uscirà una volta per tutte dalla cogestione di due amministratori delegati che non riescono comunque a dividersi le competenze del club, come vorrebbero farci credere, sarà molto difficile che il Milan torni ad avere una sua precipua linea societaria. Barbara Berlusconi e Adriano Galliani sono troppo diversi per età, cultura, formazione e idee. E questo al di là di di eventuali sviluppi societari dall’Oriente. I ‘gallianidi’ oggi segnano con la questione stadio un punto a loro favore, ma guai a pensare che i ‘barbaridi’ siano finiti. Barbara è pur sempre la figlia di Silvio Berlusconi, che al momento si barcamena alla bell’e meglio tra il sangue del suo sangue e l’esigenza di un Galliani parafulmine per le stagioni negative agli occhi dei tifosi. Verrà il giorno che il Milan tornerà ad essere il Milan, unico e indivisibile, come giustamente vorrebbero molti dei suoi tifosi. E’ solo questione di tempo, ma intanto senza i ricavi di due stadi separati sia Inter che Milan sono destinate a non colmare a breve il distacco dalla Juventus e, soprattutto dai grandi top club europei. Dal suo punto di vista l’Assessora Bisconti ha giustamente ricordato che la convenzione delle milanesi per San Siro col Comune scade nel 2030. Campa cavallo…

18 Commenti su La questione Stadio

  1. josè 75 // 18 settembre 2015 a 10:47 //

    mi spieghi solo una cosa? ma soldi a parte (che sono fondamentali) cosa ci vuole a costruire uno stadio? solo in Italia, sembra una cosa titanica! Cioè sembra tutto molto semplice, individuare una zona logisticamente valida seppur ai margini di Milano, una zona magari da riqualificare in modo che abbia costi minimi o addirittura sia data dal comune gratis, un progetto e via. Invece a me sembra che le società di calcio vogliano il massimo con il minimo sforzo

  2. a torinosolojuve // 18 settembre 2015 a 11:39 //

    Ciao gianluca, il problema è che nonostante mancasse ancora l’avallo del comune, tu non puoi tirarti indietro dopo avere vinto il bando. Le cose vanno programmate prima in tutte le sue forme, così come un piano B. Non so se Barbara ci riproverà a breve per la questione stadio dopo la figuraccia fatta. In ogni caso, una cosa è certa: con questa scelta viene direttamente penalizzata anche l’inter

  3. due osservazioni: a) la Juve è l’unica squadra italiana ad avere uno stadio perchè a Torino gli Agnelli sono padroni assoluti. Berlusconi avrebbe dovuto pensarci ai tempi di Craxi e Ligresti…. b) vedo in rete interisti più felici per la cacciata di Fassone che per la vittoria nel derby!

  4. Alberto C. // 18 settembre 2015 a 13:26 //

    Domanda a cui saranno già state date plurime risposte che però ignoro: ma quella che sarà l’ex area Expo non potrebbe essere idonea ad un impianto calcistico moderno?
    Grazie

  5. Alessandro TKOR // 18 settembre 2015 a 14:14 //

    Il fatto che fassone avrebbe prima o poi pagato il rinnovo di Mazzarri era noto e tu ne avevi parlato illo tempore.
    Penso che più che lo stadio abbia influito la suddivisione (che in parte era già in atto) dei suoi poteri tra mancini, zanetti e soprattutto bolingbroke, che già lo aveva scalzato dall’organigramma finanziario-commerciale del club.

  6. Paolo Sabiu // 18 settembre 2015 a 16:22 //

    Uno stadio di proprietà a Milano, che possa essere del Milan o del l’Inter? Pura utopia: troppi intoppi politici e burocratici e troppi interessi da parte dei soliti noti nel voler fare in modo che gli impianti sportivi restino di proprietà dei Comuni, d’altronde siamo in Italia!
    Non dimentichiamo che anche la Juve difficilmente avrebbe potuto costruire il suo “Stadium” se a Torino non fossero state assegnate le Olimpiadi invernali del 2006…

  7. Fabio Primo // 18 settembre 2015 a 17:02 //

    Analisi perfetta GL. Altri “colpi” (di testa) della Barbie sono stati Seedorf e Pippo in panchina.
    Noi Interisti dobbiamo fare il tifo per lei, un altro AD così autodistruttivo al Milan è difficile trovarlo.
    Bene via Fassone, responsabile del rinnovo di Mazzarri. Anche se adesso l’Inter deve pagare anche lui fino alla scadenza

  8. Francesco // 18 settembre 2015 a 21:16 //

    Il Milan ha scartato da subito in modo netto l’idea di rimanere a S.Siro quindi se non costruiscono uno stadio al Portello sarà da qualche altra parte! Mi sembra strano che un progetto da 300 mln venga abbandonato per 20 milioni in più necessari per la bonifica! Spero che tutto sia solo un modo per avere uno sconto dai venditori…altrimenti l’Inter, senza una LIBERATORIA dai cugini, avrebbe perso solo TEMPO e SOLDI e forse è questo il motivo per cui Fassone è stato repentinamente allontanato!

  9. Tranquilli, il Berlusca farà lo stadio nuovo appena avrà finito di fare il ponte sullo stretto!

  10. Non ci fossero già abbastanza problemi… 😉

  11. Certamente si, se non fosse, che a sentir in giro, gran parte dei terreni sono già stati riassegnati e verranno riconvertiti ad altre attività. Quali? Lo vedremo il prossimo anno.
    GLR

  12. Si, ma non credo sia giusto colpevolizzare esageratamente Marco Fassone per il rinnovo a Mazzarri. Certamente in questo il dirigente ha giocato un ruolo importante, ma se Thohir all’epoca non avesse voluto nemmeno sentirne parlare, avrebbe detto no, punto e basta.
    GLR

  13. Torino più che gli Agnelli ha avuto la congiuntura positiva di alcuni fattori: 1. le Olimpiadi Invernali del 2006, che sono state prese nel modo giusto da tutti per un restyiling della città: 2. Una classe politica che, al di là di destra e sinistra, è stata più collaborativa che altrove; 3. il fatto di aver costruito uno stadio laddove ce n’era già uno da trent’anni.
    GLR

  14. Non solo gli stadi, anche una linea metropolitana, una ferrovia ad alta velocità o un ospedale. Qualsiasi opera pubblica avanza lentamente tra mille difficoltà, arresti, raddoppi di preventivi, lacci e lacciuoli stretti dalla politica. Questo è il Paese, dove la sua Capitale è ormai canzonata all’estero per i monumenti chiusi per Assemblee Sindacali di chi ci lavora e dal suo punto di vista ha le sue ragioni, per la Mafia e i funerali di tale Casamonica o perché si defeca per le strade. E potrei andare avanti per ore. In Parlamento giace ormai da un decennio una legge sugli Stadi che era all’avanguardia in Europa, ma ormai sarà certamente superata
    GLR

  15. Alessandro TKOR // 19 settembre 2015 a 19:18 //

    Certo ma a certi livelli si è pagati per prendere delle responsabilità. Io penso che sia stato determinante per la “rivoluzione morbida” di Thohir, solo che ora restava lui da “fare fuori”.
    Sono anche contento che sia stato fatto in un momento come questo, in cui le cose vanno bene. Sarebbe stato disastroso farlo all’inizio o durante la campagna acquisti.
    Auguri a fassone e FORZA INTER!!!

  16. San Siro é sempre stato uno stadio solo per il calcio, senza pista di atletica, che trasmette emozioni ai giocatori e viceversa. Il manto é attualmente migliorato e permette di giocare con efficacia. Il pubblico é mediamente soddisfatto di andare in questo stadio che presenta livelli di confort sufficienti e visuale ottima. Ma possibile che tutto sia legato ai ristoranti o agli shop dentro l’impianto. Vi assicuro che per chi abita lontano da Milano venire a San Siro é sempre una grande emozione

  17. Luca Pass // 20 settembre 2015 a 07:15 //

    Sulla rinuncia del Portello non trascurerei il fatto che il deal con mr.Bee è tutt’altro che certo, specie dopo l uscita di alcune inchieste giornalistiche sulla figura del thailandese, che sembrerebbe un prestanome finanziario per coprire manovre non molto chiare… Senza quei soldi è chiaro che il Milan lo stadio non lo fa…

  18. josè 75 // 21 settembre 2015 a 10:08 //

    hai ragione su tutto, ma se si ritiene lo stadio di proprietà di fondamentale importanza per crescere ai livelli dei top club europei, bisogna mettersi in moto senza attendere né il milan e coinvolgendo le istituzioni al minimo, mettere mano al portafogli e costruirlo.

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