Inter Nos 8
Pubblicato su San Siro Calcio, domenica 31 gennaio 2016
INTER, O VINCI IL DERBY O E’ CRISI VERA! – La bruciante sconfitta con la Juventus in Coppa Italia ha svegliato anche i sognatori più incalliti. L’Inter non è da scudetto e chi vi scrive lo sapeva anche prima, quando si erano vinte 12 partite su 18 e si era in vetta. Ora però, pare che l’Inter non sia neppure da terzo posto, anche se la classifica dice il contrario, al di là del vantaggio della Fiorentina nello scontro diretto. Anche il Milan non è sicuramente da terzo posto, visto il ritardo il classifica di 8 punti rispetto all’Inter. I rossoneri, dopo aver superato solo su rigore l’Alessandria, squadra di Lega Pro, sono comunque virtualmente in finale di Coppa Italia e dal punto di vista del morale questo potrebbe voler dire qualcosa. L’Inter invece è in profonda involuzione, ad un passo dalla vera crisi, che sarà conclamata se dovesse perdere un derby in cui, classifica alla mano, resta comunque favorita. Testa quindi al derby, che ora nei più paurosi incute un timore, dati alla mano, perfino esagerato, ma è normale che dopo una scoppola come quella con la Juventus, il popolo nerazzurro resti un po’ condizionato. Ma il popolo non va in campo. L’importante è che dalla sconfitta con la Juve non siano rimasti frastornati i calciatori, chiamati a dimostrare di essere, tecnicamente e tatticamente, oltre che classifica alla mano, superiori ai colleghi rossoneri. Ad agitare davvero l’ambiente nerazzurro però, più che l’impari confronto con la Juventus, sono le partite precedenti. Da almeno un mese a questa parte l’Inter che si pensava di conoscere non c’è più: le partite alla portata con Lazio, Empoli, Atalanta, Sassuolo, Carpi si sono risolte con appena 5 punti e sono state segnate da tanti, troppi errori. Errori prima di tutto in campo, perché in campo ci vanno i giocatori, sempre troppo coccolati dai tifosi dell’Inter finché poi non stufano e non li possono più vedere, come è successo con Guarin, finalmente partito. Ma gli errori sono anche dell’allenatore, del quale di tifosi dell’Inter di norma si stufano ancor prima dei giocatori. Mancini, al di là del gioco e delle lacune tattiche, che c’erano anche quando si vinceva, non riesce a scuotere la squadra. Chiedere la testa di Mancini ora è folle e invocare stabilità tecnica dopo anni di inutili ribaltoni più che Mancini vuol dire difendere il buon senso. Il buon senso di non buttare tutto alle ortiche come al solito dopo un mese così brutto. Mancini ci ha messo del suo e questo è innegabile. Ma nessun allenatore può puntare dritto a vincere lo scudetto se non ha una base consolidata negli anni. Qui si erano create aspettative francamente assurde per quella che era la reale situazione di una squadra completamente rinnovata. Checché se ne dica, una base consolidata c’era anche nella Juve all’arrivo di Conte. Qui non c’è e non ci sarà mai, se si continua a ribaltare tutto. Ora per qualcuno fa tutto schifo: Miranda da miglior centrale d’Europa è diventato improvvisamente un incapace, Murillo peggio ancora. Eppure poco tempo fa mi chiedevano se il Real Madrid fosse davvero disposto a mettere 25 milioni sul colombiano, mentre io ridevo a crepapelle. Murillo è giovane e deve crescere parecchio, così come Kondogbia e altri ancora. Ma che qualcuno sia andato completamente fuori di testa l’ho capito quando in questa settimana mi hanno chiesto se in fondo non era il caso di tenersi Guarin, Hernanes e Ranocchia: più che per la domanda in sé, ricordando tutto quello che si è detto sui tre fino a poche ore fa. Ed Eder, appena arrivato, sembra già inutile prima ancora di giocare. Invece Eder nella testa di Mancini, oltre ai gol, dovrebbe far segnare di più anche Icardi. Vedremo presto se sarà così, visto che l’ultimo Jovetic pare la brutta copia dell’avvio di stagione.
Ora, torno a dire, testa al derby: perché se si perde, allora è crisi vera. E se lo si vince non basta per restare in alto, perché tra Milan, Chievo e Verona servono almeno nove punti per riprendersi. Ma una cosa per volta, ora c’è il derby.
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