Il Giorno – Bar dello Sport 57
Pubblicato su Il Giorno, sabato 11 febbraio 2017
Juventus-Inter non finisce mai
“Io lo sapevo che ce la rubavano anche stavolta” – irrompe al Bar dello Sport l’assicuratore interista Walter con la faccia di quello che vorrebbe spaccare tutto – “Gobbi maledetti, ma presto avremo la nostra vendetta!”
E mentre la Mariuccia, moglie del barman Pinuccio, ha già imbracciato la scopa per cacciarlo fuori, il carrozziere juventino Ignazio se la ride di gusto: “Ogni anno è la stessa storia di lacrime! Noi che vinciamo e voi che ve la prendete con l’arbitro! E non capite che per noi c’è ancora più gusto!”
E da lì è un susseguirsi di “ladri” da una parte e “piagnoni” dall’altra, per non dire di peggio!
Con l’idraulico napoletano Gennaro, mentalmente assente perché già in clima Champions in attesa del Real Madrid, l’unico a dar manforte all’interista Walter è l’impiegato delle Poste romanista Tiberio che cita a memoria tutte le perle anti-juventine di capitan Totti e legionari vari.
Il tassista milanista Gianni, che si è rapidamente ripreso dalla sconfitta casalinga con la Sampdoria, richiama invece insistentemente l’attenzione sull’epica impresa dei rossoneri, capaci nel recupero settimanale di andare a vincere a Bologna in 9 contro 11, ma si becca dai duellanti sul derby d’Italia solo un brusco “tu stai muto che oggi non si parla di calcio minore” al quale reagisce a sua volta malissimo.
In effetti il post Juve-Inter è ancora troppo caldo al Bar dello Sport perché si riesca a smettere di parlarne e a non abbassare i toni concorre senz’altro l’anzianissimo pensionato Ambrogio con la sua ultima bizzarra proposta:
”Dall’anno prossimo Juve-Inter va giocata in campo neutro e sotto il controllo dei caschi blu dell’Onu!”
Ma al Bar dello Sport, forse manco l’Onu riuscirebbe a sedare i nostri insopportabili ubriaconi.
Siamo uno strano paese, per una partita di calcio siamo pronti ad imbracciare il fucile, ma quando si tratta di decidere del nostro futuro non andiamo nemmeno a votare.
Forse è il caso che ci rendiamo conto che il calcio non è il centro della vita.