Un anno difficile
di Olivier Nakache e Eric Toledano
Albert e Bruno si incontrano casualmente mentre Bruno sta cercando di togliersi la vita. In qualche modo Albert lo salva e da quel momento scoprono entrambi di essere nella stessa condizione di povertà. Pieni di debiti a causa di inutili acquisti seriali i due sbarcano il lunario come possono e sulla loro strada incontrano un gruppo di attivisti (capitanato dalla bella Cactus di cui si innamora Albert) che cercano di sensibilizzare la gente su temi legati al clima e ai consumi sfrenati. Decidono di farne parte non tanto per convinzione ma per interesse personale. Gli elementi per ripetere l’enorme successo di “Quasi amici” di dodici anni fa ci sono tutti: l’amicizia notevole che si crea tra i due personaggi, una comicità un po’ amara ma non troppo, il senso di una tragedia dietro l’angolo, una profondità nel raccontare una situazione di indigenza sì, però dignitosa. Uno dei due registi, Olivier Nakache, presentando il suo film a Torino, ha parlato dell’amicizia che lo lega a Eric Toledano (l’altro regista) fin dai tempi delle colonie estive, un’amicizia che si è rafforzata nel corso del tempo grazie all’amore per il cinema, e anche a certi film “forti” e profondi del cinema italiano come “C’eravamo tanto amati”. “Un anno difficile” infatti riprende un po’ il filo della commedia al’italiana unita da un cinema di impegno sociale. Se si ride di certi codici della militanza ecologica (e i due hanno fatto un lavoro immersivo nelle associazioni militanti) è perché l’intenzione dei registi/sceneggiatori è raccontare un ponte tra due generazioni, tra due mondi e tra due modi diversi di vedere le cose. Nel cast gli straordinari Pio Marmaï, Jonathan Cohen, Noémie Merlant (“Ritratto della giovane in fiamme”) e un sempre grande Mathieu Amalric. Il film è molto divertente; esilarante è la sequenza iniziale con i presidenti della repubblica. Da non perdere. Al cinema.
Recensione del Conte Adriano Cavicchia Scalamonti – 1.12.2023