Amen

Amendi Andrea Baroni

Sara, Ester e Miriam vivono con il padre e la nonna in un casolare in campagna, isolate dal mondo che le circonda. La loro è una vita fondata sul lavoro nei campi e sulla religione, vissuta in maniera ossessiva dalla nonna che vuole crescere le nipoti in grazia di Dio e impartisce loro lo studio della Bibbia così come confessione e comunione. Sara e Ester sono adolescenti e i loro corpi così come le loro menti crescono e desiderano scappare e andare oltre la vallata, nel mondo di cui sentono parlare la sera da una radiolina che ascoltano a basso volume prima di dormire. Ester soprattutto è la più indisciplinata, risponde a tono al padre severo e ha un approccio più “selvatico” rispetto ai suoi desideri; Sara è più pacata ma non per questo meno interessata a conoscere il proprio corpo e desiderio. Il loro già precario equilibrio familiare è sconvolto dall’arrivo di un cugino, Primo, che vive con loro anche se separato dal nucleo familiare. Splendida opera prima di Andrea Baroni che scrive e dirige un film perfetto nei tempi e nel ritmo, con una sensazione di inquietudine e di incombente tragedia che permea tutto il film. Si basa tutto sulla purezza d’animo e il desiderio di ribellione che trova il suo naturale (e puro, di una purezza diversa da quella inseguita dalla nonna) sbocco in una sessualità provocata e agita. Un coming of age che trasporta le giovani verso una ricercata e voluta libertà. Il film vanta ottime interpretazioni che lo arricchiscono ulteriormente: Paola Sambo (la nonna) è veramente notevole così come anche Grace Ambrose (Sara) e Francesca Carrain (Ester); la figura del padre, arcigno eppure provato nell’animo dalla morte della moglie è affidato al bravo Luigi Di Fiore, mentre Primo che non parla e forse ha qualcosa che non va è impersonato da Simone Guarany. Persino la giovanissima attrice (Valentina Filippeschi) che interpreta Miriam è molto brava. Presentato al Torino Film Festival del 2023 ha vinto il premio Interfedi (Premio per il rispetto delle minoranze e per la laicità). Da non perdere. Al cinema.

Recensione del Conte Adriano Cavicchia Scalamonti, 2.7.2024