The Holdovers – Lezioni di vita
di Alexander Payne
Un severo insegnante americano di mezza età si trova costretto a passare le vacanze natalizie nel collegio, dove insegna da una vita, insieme a uno studente brillante e svogliato e a una cuoca che ha appena perso il figlio in Vietnam. È ambientato nel New England del 1970 il nuovo film di Alexander Payne, che ebbe una insperata notorietà per “Paradiso nero” (2011) e un buon successo con “A proposito di Schmidt” (2002) e “Sideways” (2004), quest’ultimo con Paul Giamatti. Proprio a Giamatti, ottimo caratterista (appena premiato con il Golden Globe per Migliore attore per film commedia o musicale) Payne affida il ruolo dell’insegnante severo. Che se è tale è certamente per una serie di motivi, che si sveleranno nel film. Il tema non è certo nuovo: come possano, in una situazione di forza maggiore, due persone molto diverse per carattere e vita prima scontrarsi e poi parlarsi e capirsi. A loro si aggiunge la figura femminile della cuoca (la brava Da’Vine Joy Randolph, anche lei premiata con il Golden Globe per Miglior Attrice non protagonista) che non fa da collante tra i due ma in qualche modo li tiene a bada. Il film è una commedia piena di ironia in cui si sorride molto; l’operazione funziona, è credibile e godibile, ha un buon ritmo e una regia pacata e efficace. Gli attori rendono al meglio nelle situazioni che la sceneggiatura, scritta dal qui anche produttore David Hemingson (al suo debutto come scrittore per il cinema), propone loro. Sullo sfondo della storia il dramma del Vietnam e dei rapporti interpersonali oltreché razziali. Prendetevi due ore e poco più per godervi questa storia tranquilla e divertente, leggera eppure un po’ amara, come sempre nello stile di Payne. Ottima anche la prova dell’esordiente Dominic Sessa, scelto tra dodici candidati e che Variety cita nella lista dei 10 migliori nuovi attori da seguire in futuro. Al cinema.
Recensione del Conte Adriano Cavicchia Scalanonti, 18.1.2024