Pubblicato su Il Giorno, sabato 9 giugno 2018 Il Mondiale in poltrona Stavolta il clima al Bar dello Sport è davvero funereo. Il count-down verso il Mondiale di Russia 2018 è cominciato e i nostri incorreggibili ubriaconi, senza una Nazionale per cui tifare, sono terribilmente angosciati. Dopo 60 anni l’Italia è rimasta a casa ed è un dramma collettivo, perché anche qui il Mondiale è l’unico evento per cui sentono tutti un po’ più italiani, al di là delle puntuali baruffe sulle squadre di club. Dal tassista milanista Gianni arriva un terrificante aneddoto: “Ieri ho portato un cliente oltre confine, a Lugano – racconta – e nelle vetrine dei centri commerciali c’erano tutte le maglie delle squadre del mondo, tranne quella azzurra. Lì per lì mi è venuto da piangere!” L’impiegato romanista Tiberio non è da meno: “Ad ogni Mondiale io approfittavo delle offerte per comprarmi un TV nuovo di zecca – ricorda – stavolta tanto vale tenermi quello che ho!” Ma le geremiadi non finiscono qui. Il carrozziere juventino Ignazio torna col pensiero alle partecipatissime grigliate in giardino con famiglia, parenti e amici ad ogni partita della Nazionale ai Mondiali: “Quest’anno mica accendo il barbecue per Marocco-Iran! – commenta stizzito. L’idraulico napoletano Gennaro è un tipo che ha la lacrima facile già di suo e a nulla serve la pacca sulla spalla dell’assicuratore interista Walter: “Teniamo duro - prova a infondere coraggio - e pensiamo tutti al prossimo campionato!” Chiude come al solito l’anzianissimo pensionato Ambrogio, che non fa sconti a nessuno: “Io voglio proprio vedere se ci qualificheremo almeno per l’Europeo - guarda avanti - visto che abbiamo una Nazionale scalcinata quasi come questo locale!” Dal barman Pinuccio arriva però un’occhiataccia come a dire “ma perché non ve ne andate a bere altrove una volta per tutte?”
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