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Immagine del redattoreGianluca Rossi

Si parla solo con Moratti

Pubblicato su Il Giorno, rubrica Inter nos - 24 aprile 2004



Bufera in casa Inter e non è una novità. Anche la bella vittoria sul Bologna, la quinta consecutiva, è stata turbata dal caso Vieri, esploso davanti alle Tv poco prima del fischio d’inizio.Inizialmente restio a parlare, Vieri ha rilasciato a Telelombardia le dichiarazioni più esplosive sul suo rifiuto alla panchina: “Nessun rapporto con l’allenatore perché non ci parlo! Di multe ne ho già pagate ma tanto ho sempre ragione io! Se rimango? Parlo con Moratti e poi decido!”. Concetti chiari e affilati come un coltello piantato nel cuore dell’intero staff dirigenziale, dall’allenatore al Presidente Facchetti,saltati a piè pari da Bobo. Come non bastasse, la curva ha reagito duramente, facendo concorrenza all’editoria: dopo l’instant book, gli ultras hanno lanciato l’instant banner, cioè lo striscione vergato al momento. Al 25’ del primo tempo, Vieri è stato invitato via striscione a lasciare l’Inter, per dirla con un eufemismo. Moratti, che era riparato a Forte dei Marmi, ha dovuto ancora una volta compiere un blitz per impedire che il divorzio Vieri-Inter si consumasse in un lampo. Intediamoci, Bobo ha sbagliato, lo sa anche lui e Zac ha giustamente segnato con grinta il territorio suo e degli altri. Tanto più che in quella stessa giornata il tecnico nerazzurro aveva appena dovuto incassare un altro rifiuto per la panchina: quello, assai meno pubblicizzato di Andy van der Meyde. Non si capisce però perché ogni litigio all’Inter debba per forza consumarsi con un addio. Nella vita si può litigare,ma senza divorziare: l’aut-aut “o lui o io” è sempre stato odioso, come tra Hodgson e Roberto Carlos, Lippi e Roberto Baggio, Cuper e Ronaldo. Insomma, se Zaccheroni e Vieri non si parlano, imparino a farlo. Nelle squadre di calcio non c’è mica bisogno per forza di essere tutti amici: nel Milan di Sacchi i veri amici risulta fossero pochi eppure quella squadra ha vinto, e pure tanto. Moratti lo ha stampato in faccia a tutti il giorno dopo: la missione comune dev’essere il quarto posto, il resto è vita, o vitaccia, a seconda dei casi. “Il caso è stato gestito male” ha punto inizialmente il patron ma, dopo aver confessato Bobo e Zac, Moratti è apparso decisamente più ottimista. Difficile capire se davvero tutto possa rientrare: Bobo è convinto delle sue ragioni, Zac di più. Da una parte il centravanti titolare della nazionale, che in pieno countdown per l’Europeo, è finito in lista per la panca tre volte di fila; dall’altra un tecnico orgoglioso che, se ricordate il caso-Weah, sa anche essere un bulldozer . In mezzo, anzi sopra, Moratti che da buon pater familias ha sempre trattato i propri giocatori non come bambini stupidi e viziati da multare, ma come persone adulte, responsabili e corresponsabili del progetto-Inter: una filosofia che spesso gli è costata cara. Una cosa è certa: il campione in difficoltà cerca Moratti e parla solo con Moratti, Quando c’era un problema, Baggio chiamava lui, e così Ronaldo. Oggi Vieri fa lo stesso: parla solo con Moratti, costretto nel frattempo a fare un passo indietro dalla presidenza. Ma se tutti i campioni preferiscono parlare con Moratti, allora gli altri dirigenti che fanno?

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