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Immagine del redattoreGianluca Rossi

Un pensiero sul Papa a Milano

Mi hanno colpito poco fa due signore anziane che esprimevano la loro delusione dopo la visita di Papa Francesco sabato a Milano. Per curiosità, mi sono avvicinato per ascoltarle e ho capito che le due signore, certamente cattoliche, si sono sentite trascurate, per non dire ignorate dalla visita del Papa e mi sono chiesto se il loro stato d’animo non sia magari condiviso da tanti altri cattolici. Non avendo la brutta abitudine tutta italiota di lanciarmi in analisi che non mi competono, mi limito da cronista a riportare solo quel che ho sentito. Le due arzille vecchiette commentavano: “Papa Francesco ha dato conforto a musulmani, rom, immigrati, detenuti, ma non ha dedicato nemmeno un momento alla gente come noi”. In quel ‘La gente come noi’ immagino ci siano le persone che conducono una vita normale fatta di pensioni misere e sacrifici, lontano dai riflettori. Davanti a questo, so già che i ‘radical chic’ del ‘politically correct’ ad ogni costo, ovviamente sempre e solo a parole, rabbrividiranno. Io non so bene cosa si aspettassero in concreto le due signore: magari qualcosa di più tangibile verso i fedeli, al di là della Messa al Parco di Monza o dei cresimandi a San Siro. Avrei voluto spiegare loro che, per quel poco che so, forse è normale che il Papa guardi più ai cosiddetti ultimi, ma mi sono fermato davanti ad un dubbio improvviso: non che gli ultimi di oggi sono soprattutto queste due signore e tutti quelli che non fanno notizia? E' solo un dubbio, ma di quelli che non hanno una risposta precisa.

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