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Immagine del redattoreGianluca Rossi

Vittoria

Vittoria

di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman Jasmine è una donna di quarant’anni che vive a Napoli, a Torre Annunziata, col marito Rino e i tre figli maschi. Lei è parrucchiera, lui falegname, ognuno ha lavorato per creare la famiglia felice e serena che sono. Eppure Jasmine sente che le manca qualcosa, è inquieta: un sogno le rivela il suo desiderio, quello di avere una figlia. Ma la donna ha già avuto tre parti con taglio cesareo e non vuole rischiare di farne un altro quindi indirizza le sue attenzioni verso le adozioni internazionali. All'inizio il marito nicchia poi si lascia coinvolgere nell'avventura della burocrazia e dei tempi allungati di una procedura apparentemente senza fine. "I figli sono di chi li cresce, non solo di chi li fa " dice Jasmine al marito e a noi spettatori, in un impeto di amore, umanità e coraggio. Il coraggio ce lo mettono anche i due registi, Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman, che filmano la storia con gli stessi protagonisti della vicenda, iniziata nel 2006. Personalità differenti: Kauffman arriva dal giornalismo di Al Jazeera e Cassigoli da scrittura e regia di documentari, soprattutto per Arte, canale televisivo europeo. Il loro sguardo è puro, punta a mostrare la vita e il desiderio di maternità senza fronzoli o lungaggini, va dritto al cuore, perché è di cuore che in fondo si tratta. Ne viene fuori un'opera sincera e forte fortissima, emozionante, che ha davvero un grande impatto emotivo sullo spettatore. Prodotta, tra gli altri, da Nanni Moretti (che ha buon occhio per le giovani produzioni italiane e non solo) che dice che il film "va a colmare uno spazio nel cinema italiano" che non ha altri esempi se non, aggiungiamo noi, forse i film di quel bravo regista che era Corso Salani, capace di restituire uno sguardo di verità alle sue opere. Vittoria è un bellissimo film che non va mancato per nulla al mondo. Anche perché restituisce l'immagine di una Napoli che non siamo abituati a vedere, una città i cui abitanti lavorano onestamente possedendo la grande umanità delle loro scelte. Da non perdere, al cinema. Recensione del Conte Adriano Cavicchia Scalamonti, 13.10.2024  

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